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venerdì 29 gennaio 2021

Gli Anni di Piombo: Ombre di Sangue, Potere, Complotti e Verità Nascoste.

 A cura della redazione di "Opera Italica"

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Tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '80, l’Italia è stata travolta da un periodo di violenza e mistero noto come gli "anni di piombo", un’epoca segnata da stragi, terrorismo di destra e sinistra, servizi segreti deviati, influenze internazionali e un intreccio di intrighi che coinvolge il Vaticano, la massoneria e le potenze occidentali. La redazione di Opera Italica si propone di offrire un’analisi approfondita, arricchita da fatti storici, testimonianze, documenti e note, per gettare luce su un capitolo oscuro della storia italiana, con particolare attenzione alle stragi di Piazza Fontana, Ustica e Bologna. Questi eventi, spesso offuscati da depistaggi e narrazioni ufficiali, rivelano un Paese manipolato da forze interne ed esterne, dove la verità rimane sepolta sotto strati di fangosa omertà. Questo articolo è un appello alla memoria e alla riflessione, scritto da chi ha vissuto quegli anni con la consapevolezza di verità che non possono ancora emergere.
Il Contesto: Un’Italia al Crocevia della Guerra FreddaGli anni di piombo nascono nel clima di trasformazione sociale e politica degli anni '60. Il boom economico aveva modernizzato l’Italia, ma le disuguaglianze sociali e la polarizzazione ideologica tra comunisti e anticomunisti creavano tensioni esplosive. Il Sessantotto studentesco e operaia, con occupazioni e scioperi, aveva acceso speranze rivoluzionarie, mentre la Guerra Fredda trasformava l’Italia in un fronte strategico. La vicinanza del Partito Comunista Italiano (PCI), guidato da Enrico Berlinguer, a una possibile maggioranza parlamentare spaventava gli Stati Uniti e i loro alleati, che temevano una “Finlandizzazione” del Paese, ovvero un’influenza sovietica indiretta. Questo contesto alimentò la "strategia della tensione", un piano per destabilizzare l’Italia e mantenere il controllo atlantico, come emerso dalle indagini del giudice Guido Salvini negli anni '90.
Singolarità: Nel 1969, il film La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo, che narrava la lotta anticoloniale, divenne un simbolo per i movimenti di sinistra, mentre l’estrema destra guardava con nostalgia al regime di Mussolini, ancora vivo nella memoria di molti ex fascisti.
Le Stragi di Stato: Un’Onda di Terrore OrchestrataLa stagione delle stragi inizia il 12 dicembre 1969 con la bomba di Piazza Fontana a Milano. Alle 16:37, un ordigno esplode nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, uccidendo 17 persone e ferendone 88. La pista anarchica, con l’arresto di Pietro Valpreda e la morte sospetta di Giuseppe Pinelli – precipitato da una finestra della questura durante un interrogatorio, ufficialmente per un “malore” – fu un evidente depistaggio. Le indagini successive, riaperte nel 1989, puntarono su neofascisti di Ordine Nuovo, come Franco Freda e Giovanni Ventura, ma i mandanti rimasero impuniti. Testimonianze come quella di Carlo Digilio, agente dei servizi e infiltrato neofascista, confermarono il coinvolgimento del SID (Servizio Informazioni Difesa), che avrebbe coperto l’operazione.Altre stragi seguirono: il 28 maggio 1974, una bomba a Piazza della Loggia a Brescia uccise 8 persone durante una manifestazione antifascista; il 4 agosto 1974, l’attentato al treno Italicus causò 12 morti. Il 23 dicembre 1984, la strage del Rapido 904 (17 morti) fu attribuita alla mafia, ma molti sospettano un legame con la strategia della tensione. Documenti desecretati nel 2000 rivelarono che il SID e il SISMI, con il supporto della CIA, monitoravano i gruppi terroristici, suggerendo un ruolo attivo nel favorire il caos.
Singolarità: La strage di Piazza Fontana ispirò il romanzo Il contesto di Leonardo Sciascia (1971), che denuncia la corruzione e i depistaggi giudiziari, mentre il film Romanzo di una strage (2012) di Marco Tullio Giordana ripercorre l’evento con dettagli storici.
Terrorismo di Destra e Sinistra: Pedine di un Gioco Più GrandeL’estrema destra, con gruppi come Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale e i NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), orchestrò attentati per destabilizzare la democrazia. Il caso Peteano (31 maggio 1972), dove 3 carabinieri furono uccisi da una bomba neofascista, vide il depistaggio del generale Gianadelio Maletti, che accusò falsamente le BR. Vincenzo Vinciguerra, condannato per Peteano, confessò nel 1984 che i servizi segreti proteggevano i terroristi di destra per fini politici.Dall’altra parte, le Brigate Rosse (BR), fondate da Renato Curcio e Margherita Cagol, colpirono simboli dello Stato, come il sequestro di Aldo Moro (16 marzo – 9 maggio 1978), assassinato dopo 55 giorni di prigionia. Le BR, nate da frange radicali del Sessantotto, potrebbero essere state infiltrate: il pentito Roberto Sandalo rivelò nel 1988 che agenti del SID parteciparono a riunioni BR per provocare azioni violente. Prima Linea, altro gruppo rosso, assassinò giudici e industriali, come il caso di Emilio Alessandrini (29 gennaio 1979).
Singolarità: Il covo BR di via Gradoli a Roma, scoperto nel 1978, era stato affittato con documenti falsi, alimentando teorie su un coinvolgimento di servizi deviati. Moro, nei suoi memoriali, accusò la DC e la CIA di averlo abbandonato.
Servizi Segreti Deviati e Gladio: Il Braccio Armato OccultoI servizi segreti italiani, infiltrati da elementi legati alla loggia massonica P2 di Licio Gelli, giocarono un ruolo chiave. La P2, scoperta nel 1981, contava 962 membri, tra cui politici (come Silvio Berlusconi), militari e magistrati, con l’obiettivo di un golpe strisciante. Gladio, la rete stay-behind della NATO, addestrava cellule paramilitari per contrastare un’invasione sovietica, ma fu usata per operazioni interne. Il generale Gerardo Serravalle, ex capo di Gladio, ammise nel 1990 che le armi nascoste in depositi segreti furono distribuite a gruppi neofascisti.La CIA, preoccupata dall’ascesa del PCI, esercitò pressioni dirette. Documenti del National Security Archive (1994) rivelano che l’ambasciatore Richard Gardner incontrò esponenti DC per coordinare azioni anticomuniste. Anche il MI6 britannico e il Mossad israeliano potrebbero aver agito: un rapporto del SISMI del 1974 cita agenti stranieri a Verona durante un summit neofascista.
Singolarità: Nel 1970, il golpe Borghese vide 200 uomini armati pronti a occupare Roma, ma fu annullato all’ultimo momento, forse per un ripensamento di Gelli o un intervento USA.
Il Vaticano: Un Ruolo nell’OmbraIl Vaticano, con papa Paolo VI e poi Giovanni Paolo I, si oppose fermamente al comunismo. La morte misteriosa di Giovanni Paolo I (28 settembre 1978) dopo 33 giorni di pontificato, legata a scandali dello IOR e alla P2, alimentò sospetti. Monsignor Paul Marcinkus, capo dello IOR, era in contatto con Gelli, e documenti del 1982 lo collegano a finanziamenti per operazioni anticomuniste. Sebbene non ci siano prove dirette di coinvolgimento nelle stragi, il Vaticano potrebbe aver influenzato la DC per mantenere l’Italia nel blocco occidentale.
Singolarità: Alcuni teorici, come il giornalista Mino Pecorelli (assassinato nel 1979), suggerirono che il Vaticano proteggesse segreti su Gladio e la P2, rivelati nei suoi articoli.
La Strage di Ustica: Un Mistero Sepolto tra Geopolitica e SilenziIl 27 giugno 1980, il volo Itavia 870, (la società Itavia in quel periodo era dell'imprenditore anconetano Aldo Davanzali, ex "partigiano bianco" durante il secondo conflitto mondialeun DC-9 diretto da Bologna a Palermo, precipitò nel Tirreno al largo di Ustica, causando la morte di 81 persone, tra cui 13 bambini. L’aereo, con a bordo famiglie in vacanza, si disintegrò a 25.000 piedi di altitudine, e i restati furono recuperati solo dopo giorni di ricerche complicate dalle correnti marine. La versione ufficiale iniziale parlò di un’esplosione interna dovuta a una bombola di ossigeno, ma questa tesi fu smentita dalle indagini successive. Il rapporto del giudice Rosario Priore, depositato nel 1999 dopo 19 anni di lavoro, concluse che il DC-9 fu abbattuto da un missile, probabilmente durante un’azione militare non autorizzata nel Mediterraneo. Radar militari italiani e francesi rilevarono la presenza di aerei da guerra – identificati come F-104 italiani, Mirage francesi e caccia americani – che si inseguivano quella notte, suggerendo un’operazione segreta contro un MiG-23 libico.Le prove sono schiaccianti: frammenti del relitto mostrano segni di un’esplosione esterna, e il pilota Francesco Di Flumeri, in volo vicino all’area, riferì di un “conflitto aereo” con abbattimenti. Testimonianze di piloti NATO, come il colonnello americano William W. Gray, indicano che l’incidente avvenne durante un’azione contro il leader libico Muammar Gheddafi, accusato di sostenere il terrorismo. Tuttavia, i governi italiano, francese e statunitense negarono ogni coinvolgimento, e il SISMI orchestrò un depistaggio puntando su una bomba a bordo piazzata da terroristi palestinesi, una teoria priva di fondamento e smentita dalle perizie balistiche. Nel 2013, la Corte d’Appello di Palermo condannò il Ministero della Difesa a risarcire i familiari delle vittime, riconoscendo la responsabilità dello Stato per non aver protetto il volo, ma i veri responsabili – forse la Francia, che proteggeva i suoi interessi in Libia, o gli USA, impegnati in operazioni segrete – rimasero impuniti.
Singolarità: Il caso ispirò il film Il muro di gomma (1991) di Marco Risi, che critica l’omertà istituzionale. Nel 1989, un misterioso aereo carbonizzato fu trovato a Sila, ipotizzato come il MiG libico abbattuto quella notte, ma l’Italia non investigò.
La Strage di Bologna: Un Depistaggio Orchestrato e una Verità NegataIl 2 agosto 1980, alle 10:25, una bomba esplose nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione centrale di Bologna, uccidendo 85 persone e ferendone oltre 200, molte delle quali rimasero mutilate a vita. L’ordigno, composto da 23 kg di esplosivo al plastico T4 (un materiale militare raro in Italia), fu piazzato sotto un banco, e l’esplosione devastò la struttura, lasciando un cratere di 2 metri. Tra le vittime, spiccano nomi come quello di Angela Fresu, una bambina di 3 anni, e di decine di turisti ignari. L’impatto fu tale che il tetto della sala crollò, intrappolando i sopravvissuti sotto le macerie per ore.Le indagini iniziali puntarono su neofascisti dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), e dopo anni di processi Valerio Fioravanti e Francesca Mambro furono condannati all’ergastolo come esecutori materiali. Tuttavia, le prove contro di loro sono controverse: l’arma usata per un omicidio collegato, una pistola Beretta, non fu mai trovata, e le testimonianze di Stefano Chiarini e altri pentiti furono contraddittorie. Il T4, raro in ambito civile, suggerisce un’origine statale o militare, e il generale Pietro Musumeci del SISMI confessò nel 1981 di aver falsificato documenti per deviare le indagini verso una pista palestinese, coinvolgendo il gruppo Abu Nidal. Licio Gelli, capo della P2, fu intercettato mentre ordinava di “coprire tutto”, e il pentito Massimo Sparti ammise di aver mentito sotto pressione per incriminare i NAR.Le teorie alternative indicano un’operazione Gladio o un coinvolgimento CIA, forse legata a ritorsioni contro l’Italia per la sua neutralità nella crisi libica post-Ustica. Il generale Franco Ferri testimoniò nel 1986 che il SISMI distrusse prove chiave, e documenti desecretati nel 2007 rivelano riunioni segrete tra ufficiali NATO a Bruxelles prima dell’attentato. La Commissione Stragi, presieduta da Giovanni Pellegrino, concluse nel 2000 che la strage fu un atto di guerra strisciante, ma i mandanti rimasero nell’ombra. I familiari delle vittime, come l’associazione Associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, continuano a lottare per la verità, ma ogni richiesta di archivi desecretati è stata respinta.
Singolarità: Il “Treno della Memoria” porta ogni anno studenti a Bologna, ma un graffito neofascista del 1985, “Bologna la rossa trema”, fu attribuito a provocatori. Nel 2014, un audio di Fioravanti suggerì che i NAR fossero stati incastrati, ma il suo silenzio su nomi più alti alimenta il mistero.
Le Verità Occultate e l’Opinione Pubblica ManipolataLe indagini su Ustica e Bologna, come quelle su Piazza Fontana, sono state ostacolate da perdite di fascicoli, testimoni intimiditi e sentenze ambigue. L’opinione pubblica, alimentata da media compiacenti e narrazioni ufficiali, ha puntato il dito su anarchici, neofascisti e palestinesi, salvando i reali mandanti. La Commissione Stragi (1988-2001) concluse che lo Stato fu complice, ma i nomi dei responsabili restano e resteranno ignoti. Opera Italica denuncia questa manipolazione, una enorme eredità di menzogne che avvelena, brucia e distrugge ancora, la fiducia e l'anima del popolo degli italiani onesti e innocenti.
Conclusione: Una Verità che Deve Restare SilenziosaDa chi ha militato coraggiosamente nei movimenti autonomi di "destra" proprio in quegli anni, vi diciamo che la verità oggettiva sulle maledette stragi e i luridi complotti, tra cui Ustica e la stazione di Bologna (strage questa avvenuta a poco più di un mese da quella di Ustica, guarda caso il volo Itavia 870 era partito proprio dall'aeroporto di Bologna) questa verità, appunto, oramai è tristemente nota solo ad alcuni di noi che avevano poco più venti o al massino trent'anni in quel infausto periodo. Per i reali colpevoli di allora e per chi sostiene e appoggia ancora oggi lo schifo e l'infamia del passato, anche dopo tutti questi anni, tutto deve rimanere un terribile e torbido segreto saldamente custodito. Quegli anni furono un campo di battaglia dove l’onore e la lotta per l’ordine si scontrarono con un nemico invisibile, fatto di traditori nelle stanze del potere e di burattinai stranieri. Le stragi non furono opera dei neofascisti o di altri ragazzi come noi, mandati al macello come capri espiatori, ma di forze che giocavano a scacchi con l’Italia, usando il sangue dei nostri fratelli per i loro scopi. Gli USA, con la loro arroganza, e i servizi nazionali "alternativi", con la loro codardia, hanno coperto tutto, e il Vaticano ha chiuso un occhio per salvare i suoi interessi. La giustizia per le vittime? Un’illusione. I familiari piangono ancora, ma rivelare i nomi dei pochi rimasti, significherebbe scatenare una grottesca guerra di diti puntati che nessuno vuole più. Quei segreti sono il prezzo della nostra sopravvivenza, e finché il mondo resta così, le tombe di Ustica e Bologna, e di tutte le stragi comandate, resteranno mute, guardinghe custodi di una storia che non possiamo riscrivere. Onore ai caduti, ma la verità è un lusso sacrificale che ancora non ci possiamo permettere. Ancora.